Tanto tuonò che piovve. In casa Juventus già da diverso tempo si pensava ad una separazione dal tecnico italo-brasiliano Thiago Motta, le eliminazioni da Champions League e Coppa Italia, seguite dalle rovinose sconfitte in campionato hanno fatto sì che la dirigenza bianconera decidesse di anticipare lo scossone prima della fine del campionato. Così domenica scorsa è arrivato l'annuncio ufficiale dell'esonero dell'ex centrocampista di Barcellona ed Inter, seguito dalla comunicazione che sulla panchina bianconera si sarebbe seduto Igor Tudor.

Dopo l'annuncio dell'arrivo di Tudor tutto l'ambiente della Juventus ha tirato un doppio sospiro di sollievo. Il primo perché era chiaro ormai a tutti che l'avventura di Thiago Motta era giunta agli sgoccioli ed il cambiamento poteva portare nuove energie in vista del rush finale della stagione; il secondo perché sulla panchina si sarebbe seduto uno juventino vero. Arrivato a Torino per la prima volta nel 1998 e restandoci per sei stagioni e mezza consecutive in veste di giocatore, trovando nel suo percorso bianconero anche allenatori iconici come Marcello Lippi e il giovane Carlo Ancelotti. Come giocatore Tudor ha vinto con la Juventus due Scudetti e altrettante Supercoppe italiane, era in rosa anche nel 2006/07, ma non è mai sceso in campo nella stagione del ritorno dei bianconeri in Serie A. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo il croato intraprende il percorso di allenatore, incrociando nuovamente la sua storia con quella della Juventus: al momento dell'arrivo di Pirlo sulla panchina bianconera Tudor è entrato a far parte dell'organico tecnico juventino come allenatore in seconda, rinunciando anche ad una parte del compenso che avrebbe dovuto ricevere dall'Hajduk di Spalato pur di ricongiungersi alla Vecchia Signora. Ieri pomeriggio è dunque iniziata la sua terza vita in bianconero, questa volta da allenatore capo.

Fin dalla prima uscita il croato si è subito dimostrato fedele alle proprie idee, schierando immediatamente la formazione bianconera con un 3-4-2-1, stravolgendo praticamente il canovaccio tattico che si era avuto fino a pochi giorni prima sotto la guida di Thiago Motta. Al di là dei numeri però quello che ha chiesto subito Tudor a Locatelli e compagni è un calcio meno ragionato e cerebrale, ma più verticale ed imprevedibile. A goderne potrebbero essere dunque i giocatori di maggior talento tecnico che godranno di una maggiore libertà e non saranno incastonati in un sistema fin troppo rigido di possesso palla e giocate posizionali.

Già nella partita di ieri contro il Genoa si sono iniziati a vedere i primi vagiti di quella che sarà, con ogni probabilità, la nuova Juventus di Tudor. I bianconeri sono apparsi più determinati andando in diverse occasioni a recuperare il possesso della sfera già a ridosso dell'area di rigore avversaria. Anche quando i genoani sono riusciti ad aggirare il primo pressing bianconero i giocatori di Tudor non si sono dati per vinti lottando sia in mezzo al campo che nei pressi dei propri sedici metri, senza concedere quasi mai conclusioni facili a Pinamonti e compagni, con Di Gregorio che ha dovuto mettere i guantoni solo su due conclusioni dalla distanza di Frendrup nel primo tempo.

La differenza più grande si è però vista al di fuori del campo. Sette giorni fa proprio da queste colonne avevo sottolineato il linguaggio del corpo di Thiago Motta, muto e immobile dopo l'ennesima rete incassata dalla sua squadra. Ieri invece sulla panchina bianconera si è visto un allenatore scatenato, spesso al di fuori dell'area tecnica a urlare per farsi sentire ed incitare i suoi ragazzi, tanto da farsi ammonire dall'arbitro per il comportamento sopra le righe. Un allenatore che, però, ha avuto un impatto decisivo sul punteggio finale della partita: proprio da una sua reazione rapida è infatti nata l'azione che ha portato al gol firmato da Yildiz. In quel frangente Tudor è stato velocissimo a consegnare il pallone tra le mani di Koopmeiners, invitando l'olandese a servire immediatamente Vlahovic che, nel frattempo, era scattato in profondità, la sfera è poi arrivata con una carambola tra i piedi di Yildiz con il turco che ha trasformato il tutto in un assolo tanto bello quanto vincente.

Ora per il neo-tecnico bianconero si apre la prima settimana con tutto l'organico interamente a disposizione. La situazione ideale per preparare una sfida delicata come quella che vedrà la Juventus contrapposta alla Roma in quell'Olimpico. Da Tudor ci si aspetta molto, ma soprattutto ci si aspetta che riesca a trasmettere ai giocatori una grande voglia di combattere su ogni pallone, che riesca ad inculcare in loro quel DNA juventino che scorre nelle sue vene e che possa far lottare i suoi fino alla fine per tornare a sentire la musica della Champions anche nella stagione 2025-26.